La disparità tra uomini e donne nel mondo della poesia. Con l’intervento di Gennaro Madera.

La disparità tra uomini e donne nel mondo della poesia. Con l’intervento di Gennaro Madera.
“Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.”

Così inizia la celebre poesia “Tanto gentile e tanto onesta pare” di Dante Alighieri composta per la sua amata Beatrice.

Ad oggi, ci sembra lontano il tempo in cui i poeti scrivevano per le loro “donne angelo”, ma oggi è ancora così?

Le donne sono ancora oggetto delle poesie d’amore degli uomini o sono riuscite anche ad esprimere il proprio amore divenendo autrici delle proprie poesie?

Esiste anche nel mondo della scrittura, e in particolar modo nel campo della poesia, una disparità tra uomini e donne?

Qui su Equalilab.it voglio rendervi partecipi dei miei pensieri e dell’interessante dibattito avuto con Gennaro Madera, un giovane scrittore nonché mio amico, con il quale ho avuto il piacere di colloquiare su questi temi e avere la sua visione su tale argomento.

Gennaro è autore di tre libri: “Come le onde del mare”, “Crescere” e “Hai vent’anni”. Su Instagram esprime le sue idee e la sua poesia sui suoi profili @gennaroemme e @haiventanni.

Personalmente trovo “Hai vent’anni” il più bello dei tre libri, non solo perché essendo l’ultimo si nota la grande crescita poetica dell’autore, ma anche perché i temi trattati mettono a nudo l’anima di Gennaro rivelando le sue emozioni e i suoi sentimenti più intimi mettendoli a nudo e rendendoli universali.

La prima pagina di “Hai vent’anni” mostra quello che Gennaro chiama il “Piccolo manifesto per la nuova poesia pop italiana”, cioè quello in cui lui auspica per il futuro della poesia italiana.

Il secondo punto di questo piccolo manifesto è il mio preferito:

“La poesia non ha un genere: raccoglie e ingloba le vibrazioni e i soffi dell’universo tutto. Non è maschile, non è femminile, è universale”

Ma è davvero così?

Ho avuto il piacere di chiederlo direttamente a Gennaro.

(Di seguito troverete le mie domande, tra virgolette le risposte dell’autore).

La poesia è davvero universale?

La poesia è universale: abbraccio questa ideologia. Non è maschile e non è femminile. Non penso che la poesia sia divisa in generi, penso abbia un’anima, sia energia e va al di la di ogni genere. Universale si intende qualcosa che vive, di cui ne senti il respiro”.

Gennaro, sulla base dei dati sui tuoi social, chi legge di più le tue poesie, uomini o donne?

Il 90% dei miei lettori sono donne“.

Pensi ci sia una motivazione?

“In primo luogo penso che un fattore sia quello di Instagram: è frequentato da più donne.

 In secondo luogo penso che gli utenti maggiormente attivi sul mio profilo siano donne perché, anche volendo ragionare secondo stereotipi, gli uomini utilizzano Instagram per altri interessi (esempio: il calcio).

Ovviamente la scelta di seguire una pagina di poesie non è legata al genere, però potrebbe essere una ragione. Personalmente, ad esempio, non uso molto i social per aggiornarmi sul mondo letterario, per leggere vado in libreria. Ma dai social qualche spunto mi piace anche prenderlo”.

I tuoi lettori sono per la stragrande maggioranza donne, e di scrittrici invece? I numeri sono gli stessi o cambia qualcosa?

“Da quello che ho notato per esperienza personale, una differenza tra uomini e donne l’ho notata nel successo: sono di più gli uomini che raggiungono la popolarità in maniera più facile.

Non so il perché, ma posso provare ad ipotizzare due motivazioni:

  • volendo fare una divisione per generi, forse più donne (etero) leggono poesie e preferiscono seguire di più uomini: però è un’affermazione abbastanza ambigua, le motivazioni potrebbero essere tutt’altre;
  • consideriamo un caso in particolare: ipotizziamo che gli uomini scrivano poesie in cui parlano di amore per una donna e le donne scrivano poesie d’amore per gli uomini, allora:

per gli uomini sarà molto più semplice raggiungere il successo, perché un numero molto maggiore di donne legge delle poesie e si sente rappresentata come oggetto amoroso ed è più spinta magari alla ricondivisione;

al contrario, per una donna, sarà molto più complicato raggiungere una certa popolarità, perché avrà un numero di lettori più basso considerando il caso in cui il suo pubblico sia costituito perlopiù da uomini.

Ovviamente queste sono solo ipotesi blande, perché c’è da considerare che non tutti gli uomini e non tutte le donne sono etero e soprattutto nulla vieta che una donna legga poesie di una donna o l’uomo poesie di un uomo. Se uno scrittore è bravo, lo è indipendentemente dal suo genere od orientamento sessuale“.

Il 90% del tuo pubblico su Instagram è caratterizzato da donne. Questo influisce sulla tua scrittura? Ti senti di scrivere per donne?

Assolutamente no. I miei numeri su Instagram non influiscono sulla scrittura. Non scrivo seguendo delle statistiche, scrivo quando sento l’esigenza di farlo, quando quello che mi circonda mi ispira”.

Dato questo grande squilibrio di genere nel tuo pubblico, non hai mai pensato di dover rimediare in qualche modo?

Non sento di dover fare nulla perché credo in una poesia universale. La mia comunicazione non è legata ad un genere.

Inoltre la percentuale di coloro i quali comprano i miei libri cambia: in maggioranza sono uomini.

Ho pubblici diversi: su Instagram una maggioranza di donne, mentre, se parliamo di chi effettivamente arriva ad avere il libro tra le mani, il distacco non risulta più così netto come nelle analytics di Instagram.

La mia poesia è molto personale e intima: non scrivo per piacere ad un genere piuttosto che ad un altro, ma c’è semplicemente qualcuno che decide di leggermi. Una persona. Un’anima”.

La poesia può trattare di temi sociali?

“Secondo me sì. Trovo la poesia uno dei mezzi più importanti per trattare determinate tematiche”.

La tua poesia “Si può perdonare davvero tutto” riguarda un femminicidio, me ne parli?

“Sì, questa poesia tratta di un fatto realmente accaduto nella provincia di Bologna (Castello d’Argile) dove il marito di questa donna ha incendiato la casa con lei dentro.

Nella poesia ci sono i riferimenti alle spezie perché erano legate alla tradizione e alla cultura della donna uccisa. Però io credo che tutti si possano redimere, è per questo che c’è una nota di delicatezza, seppur cruda, nel finale della poesia: perché spero nella redenzione anche di chi commette crimini atroci”.

La tua poesia “Il giudizio” sembra abbia una nota di ironia, come l’hai concepita?

“La genesi di quella poesia è che sono 4 anni che lavoro su me stesso nel tentativo di ridurre al minimo i pregiudizi , anche soltanto gli istinti involontari.

Ho cercato di portare un pensiero all’estremo, nemmeno troppo lontano dalla realtà storica, e ipotizzando un’estremizzazione di un sentimento, che è quello dell’odio che arriva ad uccidere, persino Dio (che viene personificato) diventa mortale e perisce per mano dell’odio stesso. Alla fine di tutto muore anche quest’ultimo, ma nessuno se ne era accorto perché era rimasto soltanto lui: l’ultimo essere vivente della terra, morto perché non aveva più un obiettivo: se l’obiettivo era odiare, avendo odiato e fatto morire tutti, è arrivato ad odiare se stesso e conseguentemente a uccidersi“.

Credi che la tua poesia possa essere istruttiva?

La mia poesia non è istruttiva e non voglio che lo sia, perché significherebbe innalzare la mia visione del mondo rispetto a quella degli altri e non voglio che sia così.

Io voglio solo essere letto e condividere il mio sguardo sulle cose; poi qualcuno ci si rispecchia e qualcuno no, ma per questo ha senso di esistere  il dibattito: amo confrontarmi con chi mi legge. Non voglio insegnare, istruire, come fosse una lezione frontale; io voglio confrontarmi come se avessi il mio personale banco insieme agli altri“.

Cosa ho trovato interessante di questo colloquio? Che in conclusione, non c’è una conclusione.

Il dibattito è sempre aperto, nell’attesa di poter confrontarmi ancora e ancora.

Ringrazio Gennaro Madera per il suo intervento e per il dono di una nuova poesia.

La tua parola è una lancia:
lascia che faccia del bene.
Caccia il male: non dar tregua
alla tua voglia di migliorare 
le cose. Siamo noi a modellare
l’aria: a scegliere dove e cosa
respirare. Il tuo potere 
è essenziale, monumentale:
libri e gente sono le nostre palestre.
Se saltassimo tutti insieme
varieremmo la gradazione
dell’asse terrestre. 

Gennaro Madera
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