Discriminazione indiretta: l’accessibilità ai prodotti per la cura dei capelli per le persone appartenenti alla comunità BIPOC

Discriminazione indiretta: l’accessibilità ai prodotti per la cura dei capelli per le persone appartenenti alla comunità BIPOC

La discriminazione indiretta può essere definita come “Una situazione in cui una disposizione, un criterio o una prassi apparentemente neutri possono mettere persone di una determinata razza o origine etnica in una posizione di particolare svantaggio rispetto ad altre persone”. Può essere intesa anche come il mancato riconoscimento da parte della società in cui viviamo sulla base dell’ignoranza, intesa nel suo senso etimologico di ignorare cioè di non vedere e non prestare attenzione all’altro che è diverso da noi. Non si tratta di razzismo, dove la discriminazione è diretta, in quanto si fonda su una differenza evidente come il colore della pelle o il culto di una diversa religione.

Disponibilità dei prodotti

Il concetto di discriminazione indiretta può essere applicato alla questione della disponibilità di prodotti adeguati alla cura dei capelli per le persone di origini africane in Italia. Vi sarà capitato di entrare in un qualsiasi negozio che vende prodotti per la cura dei capelli o recarvi nel reparto adibito ai prodotti per i capelli di un qualunque supermercato, se sì, vi siete mai accorti di come sugli scaffi non ci sia la minima traccia di prodotti adeguati alla cura dei capelli per le persone con i capelli afro al naturale, non mi riferisco alle treccine o all’extension che sono stili protettivi. 

Questa mancanza può sembrare una cosa frivola e di poco conto ma in realtà non è così, perché è forma di discriminazione indiretta che non riconosce il diritto di scelta insieme alla libertà di scelta, ciò comporta la negazione del diritto di uguaglianza costituzionalmente garantito, in quanto le persone con i capelli afro sono costrette ad acquistare i prodotti solamente in rete con tutte le conseguenze negative che conseguono, come l’impossibilità di testare i prodotti o il costo molto elevato della spedizione. Si tratta di una negazione del diritto di uguaglianza perché le persone con i capelli afro non vengono considerate alla pari e sullo spesso piano delle persone con i capelli lisci o ricci. 

Pregiudizi e bias

Sai che le grandi multinazionali questi stessi prodotti li hanno a catalogo nei loro magazzini destinati alla vendita negli altri Stati del mondo come Inghilterra, Francia, America Latina, ma non li distribuiscono in Italia. Il che è assurdo, poiché le persone di origine africane sono presenti sul suolo italiano dagli anni ’80 del secolo scorso; quindi, ormai sono inserite nel tessuto sociale e contribuiscono allo sviluppo e alla crescita dello Stato italiano. Bisogna sfatare il mito che identifica le persone nere in Italia solo come spacciatori, prostitute, ladri, stupratori ecc., si è vero ci sono anche queste tipologie di persone ma esistono di qualsiasi etnia e nazionalità. Non si può individuare un intero continente solo attraverso le caratteristiche negative di una parte della sua popolazione!

Quanto sarebbe bello se i prodotti adeguati alla cura dei capelli afro venissero distribuiti anche in Italia ma affinché ciò avvenga bisogna dimostrare che le persone con i capelli afro che vivono in Italia hanno un elevato potere d’acquisto e per fare questo è necessario l’aiuto di tutti; basta incominciare a notare ciò di cui ho parlato nell’articolo e parlarne con i propri amici, parenti, familiari e conoscenti solo così si può fare la differenza.

Se leggendo questo articolo ti è venuta la voglia o la semplice curiosità di saperne di più, scrivimi pure su Instagram @freedomafrolady oppure per e-mail: loretta.maffezzoni@gmail.com

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